Mendicanti e superuomini - Страница 84
Mi venne un gran freddo, quindi cominciai a sudare. "Non svenire" mi dissi severamente. Non ora, non qui. Lizzie… Anche se fossi riuscita a ritrovarla, non avrei potuto portarla da nessuna parte.
Quando lo shock biologico fu passato, tornai zoppicando all’accampamento. Ogni passo fu un dolore e non solo per la caviglia. Quando raggiunsi la periferia dell’accampamento, alcuni Vivi mi aiutarono ad arrivare alla tenda. Quando vi arrivai, il dolore si era già affievolito. Era anche buio. Lizzie non c’era e non c’erano nemmeno Annie e Billy. Il terminale di Lizzie con la biblioteca di cristallo era sparito dalla sua tenda.
Mi rannicchiai davanti alla tenda, osservando il cielo. Era una nottata nuvolosa, senza stelle o luna. L’aria odorava di pioggia. Rabbrividii e sperai di sbagliarmi. Di sbagliarmi completamente, spettacolosamente, onniscientemente riguardo al movimento clandestino che nessuno ammetteva esistesse realmente, sui suoi bersagli, su ogni cosa.
Dopo tutto, che ne sapevo io?
"Miranda Libera, Miranda Libera, Miranda Libera."
La spirale rossa e blu pulsava, coperta dalla bandiera bianca rossa e blu. "Volontà e ideale", nessun’altra scritta. Volontà di chi? Quale ideale? Il Carcere di Oak Mountain giaceva silente e buio sotto la luce ritmica.
"Miranda Libera, Miranda Libera, Miranda Libera".
Stavo ancora seduta davanti alla mia tenda, cullandomi la caviglia. Annie l’aveva bendata stretta con una striscia di tessuto che la mia pelle stava probabilmente consumando. Ero seduta a circa quattrocento metri dai diecimila cantori. Il loro canto mi arrivava chiaramente.
Il cielo era scuro, coperto. L’aria estiva odorava di pioggia, di pino, di fiori selvatici. Mi resi conto per la prima volta che quei profumi erano forti come al solito, mentre il puzzo del sudore umano risultava soffocato rispetto ai miei nervi olfattivi mutati. Miranda e Compagnia sapevano il fatto loro.
Le torce tenute in mano dai cantori si mischiavano con coni a energia-Y: ondeggiante luce primitiva e solida alta tecnologia. Sopra di essa, il bagliore rosso e blu. Larghe strisce e stelle brillanti.
Il primo aereo arrivò dalla montagna priva di nome indicata da Brad, volando senza luci, uno scintillio metallico visibile solo se lo si stava cercando. Non avrebbero avuto bisogno di aerei, sarebbe stato sufficiente utilizzare artiglieria a lunga gittata. Qualcuno voleva registrare l’azione in primo piano. Barcollai in piedi, già piangendo. L’aereo giunse fino alla prigione e si abbassò, sfiorando i cantori col suo rombo. La gente si mise a gridare. Esso lasciò cadere una singola bomba a impatto, che esplose al centro della folla, a malapena sufficiente a provocare cinquanta morti, perfino in quell’ammasso di corpi. Stavano giocando.
Le persone cominciarono a spintonare e accalcarsi, gridando. I fortunati che si trovavano ai margini della ressa corsero via liberi, verso i distanti pendii boschivi. Riuscii a scorgere sagome, alle loro spalle, distanti ma separate che inciampavano le une sulle altre. Miranda mi aveva lasciato una vista da 20/20.
Un secondo aereo, che non avevo visto in precedenza, mi volò sopra provenendo dalla direzione opposta e scomparve oltre le mura della prigione. Non udii la seconda bomba, che doveva essere caduta dall’altra parte delle mura. L’esplosione fu soffocata dalle grida.
Le persone cominciarono a calpestarsi a vicenda.
Billy. Annie. Lizzie…
Il primo aereo aveva virato e stava tornando da dietro le mie spalle. Questa volta, lo sapevo, non sarebbe stato per giocare. Troppe persone dai margini della folla stavano arrancando verso luoghi più sicuri. La bomba avrebbe forse fatto saltare in aria la stessa Oak Mountain? Ovvio. Era lì che si trovava il principale abominio. Non sapevo che genere di scudi avesse la prigione, ma se l’attacco fosse stato di tipo nucleare…
L’ologramma sopra la prigione cambiò per l’ultima volta.
Pensai di avere visto Lizzie. Follia! Non era possibile distinguere gli individui a quella distanza. La mia mente voleva semplicemente che io morissi con la massima angoscia drammatica possibile. Pensai quindi di vedere correre Lizzie in avanti ed essere calpestata da persone in preda al panico che cercavano di scappare da ciò che era stato inevitabile dal momento della creazione della prima modificazione genetica.
Serrai gli occhi per morire. Quindi li aprii nuovamente.
In tempo per vedere il nanosecondo in cui accadde.
Lo scudo attorno a Oak Mountain brillò più sfolgorante dell’ologramma nel cielo. In un istante il carcere venne avvolto da una luce argentata. L’istante dopo la stessa luce argentata schizzò fuori dalle pareti della prigione sulla folla sottostante, in cornicioni grottescamente allungati di pura energia. La bomba, o qualsiasi cosa fosse stata, colpì la cima dello scudo a energia e detonò, o rimbalzò, o venne ributtata indietro. Un aereo esplose nel mezzo di un lampo che mi accecò, ma non si trattava di un ordigno nucleare. Un attimo dopo una seconda esplosione: l’altro aereo. Quindi silenzio di morte.
La gente aveva smesso di correre, nella maggior parte dei casi. Sollevò lo sguardo verso l’opaco tetto argentato che la proteggeva, il tetto di radiazioni ad alta tecnologia di fabbricazione umana.
Gridai e barcollai in avanti. La caviglia mi cedette, immediatamente e caddi. Sollevai il petto dal terreno e guardai in alto. Il "tetto" si estendeva fino ai pendii più bassi della montagna. Non riuscii a vederci attraverso. Udii tuttavia le esplosioni seguenti, artiglieria, radiazioni o qualcosa che doveva essere stato lanciato dalla cima della lontana montagna.
La gente aveva ricominciato a gridare. Lo spintonare e il calpestare, tuttavia, erano terminati. Raccolti sotto quell’ombrello ad alta energia, il posto più sicuro dove stare.
Pensai: "Huevos Verdes protegge i suoi".
Mi stesi nuovamente a terra, con la guancia premuta contro il duro terreno. Mi sembrava di non avere ossa: non riuscivo letteralmente a muovermi. Anche dei bambini piccoli avrebbero potuto calpestarmi. Huevos Verdes aveva protetto i suoi, salvando incidentalmente le vite di nove o diecimila Vivi, intanto che un altro ignoto numero di Vivi veniva spazzato via. Ecco chi faceva le leggi, adesso: Huevos Verdes. Ventisette Insonni, più la loro eventuale prole, che non si consideravano parte del mio paese. O di nessun altro. Non i Muli, non i Vivi, non la Costituzione che perfino per i Muli era stata sempre silenziosa sullo sfondo ma fondamentale, come la roccia. Non più.
Chi era stato lo statista le cui ultime parole avevano riguardato il destino degli Stati Uniti? Adams? Webster? Avevo sempre ritenuto che fosse una storiella stupida. Le sue ultime parole non avrebbero dovuto riguardare sua moglie, il suo testamento, o l’altezza del suo cuscino… qualcosa di concreto e personale? Che cosa eclatante pensare di essere tanto grandi da paragonarsi al destino di un intero paese, e in un momento simile! Pretenzioso, da palloni gonfiati. Sciocco, oltre tutto. Quell’uomo non avrebbe più promulgato leggi o influenzato alcuna condotta politica, stava "morendo". Sciocco.
Adesso riuscivo a capirlo. Continuava a essere sciocco ma riuscivo a capirlo.
Penso di non avere mai provato una tale desolazione.
Ci fu un’esplosione finale che mi lasciò l’orecchio, quello che non era premuto contro il terreno, completamente assordato. Lottai per voltare la testa e guardare in alto. Lo scudo era scomparso, così come l’ologramma e l’intera cima della lontana montagna. Non ne avevo mai scoperto il nome.
Altre grida. Adesso che era tutto finito. I Vivi probabilmente non se ne rendevano conto, avrebbero potuto non rendersi mai conto di ciò che era andato perduto. Piccole bande di tribù vagabonde, autosufficienti, che non avevano più bisogno di quella pittoresca entità degli "Stati Uniti" di quanto non ne avesse Huevos Verdes. Vivi.