Mendicanti e superuomini - Страница 80
I giovani portavano i terminali, loro. I più vecchi portavano invece piccole tende, la maggior parte fatte di una stoffa plastificata. Le tende erano leggere, non si strappavano e non si sporcavano. Non avevano nemmeno quel tipico odore di muffa che io ricordo delle tende di quando ero ragazzino. Ultimamente mi ricordo un sacco di cose in più. Penso che mi manca l’odore di muffa.
Quando pioveva preparavamo le tende e aspettavamo che smetteva. Non avevamo nessuna fretta. Per arrivare ci avremmo messo tutto il tempo che ci voleva.
Ma Annie aveva ragione. Nessuno aveva un piano. Miranda Sharifi, che ci aveva restituito le nostre vite, era là a Oak Mountain e nessuno aveva la più pallida idea di come potevamo tirarla fuori.
Non ho mai visto nessun Mulo, io, oltre Vicki, che era piuttosto malmessa. Qualche volta degli stranieri le lanciavano occhiatacce ma io, Ben Radisson e Carl Jones di East Oleanta ci alzavamo subito in piedi, accanto a lei, e non c’erano mai problemi. Alcuni altri sembravano non accorgersi nemmeno che Vicki era un Mulo. Dopo le iniezioni, moltissime donne avevano corpi belli abbastanza da poter sembrare modificati geneticamente. Quasi. Io ho detto a Vicki di tenersi il cappello da sole abbastanza basso per schermare gli occhi violetti modificati geneticamente.
Siamo poi arrivati in un qualche paese con una Olo-tv nel caffè. Vicki ha insistito per guardare un intero pomeriggio di notiziari da Muli. Lizzie è rimasta seduta con lei. Lo abbiamo fatto anche io, Ben e Carl, solo per sicurezza.
Quella sera, attorno al falò, Vicki stava seduta riversa su se stessa, più depressa del solito.
C’eravamo io, lei, Annie, Lizzie e Brad. Brad era un ragazzino che si era unito a noi una settimana prima. Passava un sacco di tempo chino su un terminale vicino a Lizzie. Ad Annie non piaceva. Non piaceva neanche a me. Il corpo di Lizzie stava mangiandosi il vestito più in fretta di quanto non faceva il mio o quello di Annie, proprio come succedeva ai ragazzi. I suoi piccoli seni sporgevano in parte, tutti rosati nella tenue luce del falò. Mi sono accorto che a lei non importava. Mi sono anche accorto che a Brad importava eccome. Non c’era assolutamente niente che io o Annie ci potevamo fare.
Lizzie ha detto: — L’Enclave di Carnegie-Mellon non ha abbassato lo scudo nemmeno un volta. Nemmeno un singola volta per interi mesi. Devono essere completamente privi di cibo, il che significa che devono avere utilizzato le siringhe.
Non parlava più nemmeno come noi, lei. Adesso parla come il suo terminale.
Annie ha detto seccamente: — E allora? I Muli possono usare le siringhe. Lo ha detto Miranda. Basta solo che se ne restano dietro ai loro scudi, loro, e ci lasciano in pace.
Vicki ha detto tagliente: — Non volevi che ti lasciassero in pace quando ti fornivano tutto ciò di cui avevi bisogno. In effetti eri proprio quella che aveva il massimo rispetto per l’autorità. "Dacci oggi il nostro pane quotidiano."
— Non bestemmiare, tu!
— Forza, Annie — ho detto io. — Vicki non voleva dire niente. Vuole solo…
— Vuole solo che tu la smetta di scusarti per lei, Billy — ha detto freddamente Vicki. — Posso scusarmi anche per conto mio della mia logora casta. — Si è alzata, lei, e se n’è andata nel buio.
— Non puoi smettere di infastidirla? — ha detto infuriata Lizzie a sua madre. — Dopo tutto quello che ha fatto per noi! — È balzata in piedi e ha seguito Vicki.
Brad le ha guardate, impotente, alle spalle. Si è alzato, si è riseduto, si è mezzo alzato di nuovo. Mi ha fatto pena. — Non farlo, figliolo. È meglio che se ne stanno sole per un po’, loro.
Il ragazzino mi ha guardato con gratitudine ed è tornato al solito terminale.
— Annie… — ho detto io nel modo più gentile possibile.
— Quella donna ha qualcosa di "storto". È nervosa come un gatto.
Lo era anche Annie. Non gliel’ho detto, io. Il loro nervosismo non era dello stesso genere. Annie stava pensando a Lizzie, proprio come aveva sempre fatto. Vicki, invece, stava pensando a un’intera nazione. Proprio come avevano sempre fatto i Muli.
E se non lo facevano, chi lo avrebbe fatto?
Ho pensato ai Vivi che non avevamo più bisogno dei Muli, loro, e ai Muli che si nascondevano dietro ai loro scudi, dai Vivi. Ho pensato a tutte le lotte e le uccisioni che avevamo visto quel pomeriggio ai notiziari. Ho pensato all’uomo che aveva chiamato i Muli "abomini" e aveva detto che le siringhe venivano da Dio. L’uomo che aveva detto di avere la Volontà e l’Ideale.
Mi sono alzato e sono andato a cercare Vicki per assicurarmi che stava bene.
21
Non capiscono. Nessuno di loro. I Vivi sono ancora Vivi, a dispetto di tutto ciò che è accaduto, e c’è un limite a quello che ci si può aspettare.
Procedevo a piedi verso il West Virginia portando il mio nuovo nome legale e il mio abito che si decomponeva rapidamente, carica di salute e di un senso di destino funesto. Dov’erano quelli di Huevos Verdes in tutto ciò? Miranda Sharifi era stata processata fra la più spettacolare organizzazione di sicurezza conosciuta dall’uomo e la stampa di trentaquattro paesi aveva atteso col fiato mozzo il lancellottiano salvataggio ad alta-tecnologia, il rapimento dal fuoco legale che non si era mai materializzato. Miranda stessa non aveva detto una singola parola per tutta la durata del processo. Nemmeno una, nemmeno al banco dei testimoni, sotto giuramento. Era stata, ovviamente, accusata di oltraggio e la folla di Vivi all’esterno, tutti siringati, avevano sollevato tanti ululati così poco tipici dei Vivi, da compensare il silenzio di dieci agnelli sacrificali. Non però il silenzio di Huevos Verdes. Nessun salvataggio. Nessuna difesa di cui valesse la pena parlare. Nada, a meno che non si considerassero le siringhe che piovevano dal cielo, che spuntavano dalla terra, che apparivano come per alchimia perfino dalle pietre, dai campi e dall’asfalto del paese che i Super stavano profondamente, silenziosamente, invisibilmente trasformando.
Drew Arlen aveva testimoniato. Aveva descritto gli esperimenti illegali di modificazione genetica effettuati da Huevos Verdes a East Oleanta, in Colorado, in Florida. Gli ultimi due laboratori erano apparentemente solo luoghi di appoggio per East Oleanta e Huevos Verdes, ma, Cristo Santo, i Super erano solamente in "ventisette". Come diavolo avevano fatto a fornire di personale quattro località?
Non erano come noi.
Questo divenne sempre più chiaro con il progredire del processo. Divenne altresì anche chiaro che Drew Arlen "era" come noi: arrancava nella stessa palude di buone intenzioni, insicurezze morali, comprensione limitata, passioni personali e restrizioni governative rispetto a quello che poteva o non poteva dire sul banco dei testimoni.
"Questa informazione è segreta" divenne la sua monotona risposta all’avvocato difensore di Miranda Sharifi, che era certamente l’uomo più frustrato del pianeta.
Proprio come in tempo di guerra.
Ma non era la "mia" guerra. Ero stata dichiarata noncombattente, mi erano state tolte armi, bagagli e impronta di retina da qualsiasi banca dati che non fosse pubblica. Nel corso dell’anno precedente ero stata prelevata tre volte, trasportata ad Albany e messa KO mentre bio-monitor confidavano i loro segreti a scienziati che, con ogni probabilità, si erano iniettati personalmente la stessa sostanza. I risultati del bio-monitoraggio non mi venivano comunicati. Ero una esiliata governativa.
Allora, perché mai doveva importarmi che gli Stati Uniti, in quanto Stati Uniti, fossero sul baratro della non esistenza, la prima uccisione nazionalistica realizzata facendo diventare lo stesso governo obsoleto?
Non lo so. Ma mi importava. Chiamatemi folle. Chiamatemi romantica. Chiamatemi cocciuta. Chiamatemi deliberato anacronismo auto-creatosi.