Mendicanti e superuomini - Страница 52
Quelle erano state le parole più terrorizzanti che avevo mai sentito in vita mia.
Pronti per "cosa"?
Ma avrei portato lì Annie e Lizzie se dovevo farlo, io. Se morivano di fame. Se non avevo un altro modo per nutrirle.
Sono arrivato in un punto dove in giugno crescevano le violette dentellate. Sono crollato sulle ginocchia. Quelle hanno urlato per il dolore, ma non mi importava. Ho scavato tutti i bulbi di violetta che sono riuscito a trovare e me li sono infilati in tasca. Si possono fare arrosto. Avevo nelle tasche della tuta un po’ di ghiande da tritare in farina, un lavoro faticoso, e qualche rametto di noce americano da bollire per tirar fuori il sale.
Mi sono poi seduto su una roccia, io, ad aspettare. Me ne stavo il più silenzioso possibile. Le ginocchia mi facevano un male del diavolo. Io aspettavo.
Un coniglio dalle zampe bianche è uscito fuori dai cespugli, sulla riva opposta, proprio come se si trovava a casa sua. Distratto, tranquillo. Un coniglio non ha tanta carne da valere una pallottola. Io però avevo troppo freddo e sapevo che ben presto avrei cominciato a tremare, a quel punto non sarei più riuscito a colpire niente.
Pallottola o coniglio? Vecchio pazzo, deciditi.
Ho visto gli occhi affamati di Lizzie.
Lentamente, molto lentamente, ho sollevato il fucile, io, e ho premuto il grilletto. Il coniglio non mi ha sentito. È volato in aria ed è riatterrato, di botto. Ho attraversato il ruscello e l’ho preso.
C’era un lato buono, ci stava sotto al mio cappotto. Un cervo non ci sarebbe stato. Non volevo che nessun affamato vedeva il mio coniglio e non volevo restarmene lì in giro, dove aveva sparato il fucile. È anche troppo facile strappare via qualcosa a un vecchio.
Nessuno ci ha provato, però, prima della dottoressa Turner.
— Hai intenzione di scuoiarlo? — mi ha detto, con la voce che si alzava. Potevo anche mettermi a ridere, io, per l’espressione della sua faccia, se c’era qualcosa da ridere.
— Vuole mangiarlo con la pelle sopra?
Lei non ha risposto niente, lei. Annie ha sbuffato. Lizzie ha appoggiato il terminale e si è avvicinata per guardare.
Annie ha detto: — Come lo cuciniamo, Billy? L’unità a energia-Y non si scalda abbastanza per quello.
— Lo cuocerò io. Questa notte, vicino al fiume. Sono capace di fare un fuoco quasi senza fumo, io. Arrostirò anche i bulbi di viola nella brace. — Mi ha fatto bene vedere come Annie mi stava guardando.
Lizzie ha detto: — Ma se tu… dove stai andando, Vicki?
— Al caffè.
Ho alzato lo sguardo. Avevo le mani sporche di sangue. Dava una bella sensazione. — Perché ci va, dottoressa? Non è sicuro per lei. — I piccoli delinquenti si radunavano ancora al caffè, loro. La catena del cibo è vuota ma l’OLO-TV funziona ancora.
Lei si è messa a ridere. — Oh, non preoccuparti per me, Billy. Nessuno mi darà fastidio. Laggiù sta succedendo qualcosa e io voglio sapere di che si tratta.
— È la fame — ha detto Annie. — E non sembra diversa al caffè rispetto a come è qui. Non può lasciare in pace quei poveretti?
— Io sono una di quei "poveretti" come dici tu — ha detto la dottoressa Turner sorridendo ancora, anche se non c’era niente di buffo. — Sono affamata esattamente come loro, Annie. O come te. E andrò al caffè.
— Uffa — ha sbuffato Annie. Lei non credeva che la dottoressa Turner non si stava in qualche modo mangiando del cibo da Muli e nessuno la poteva convincere del contrario. Con Annie non è mai possibile.
Ho finito di scuoiare il coniglio e ho fatto vedere ad Annie e a Lizzie come tritare le ghiande per fare la farina. Bisogna cuocerci insieme un po’ di cenere per portar via l’amaro. Era tardo pomeriggio, già buio. Ho avvolto la carne di coniglio in una tuta estiva che tratteneva tutto l’odore dentro a meno che non eri un cane. Mi sono infilato una piccola torcia a energia-Y in tasca e sono partito in direzione del fiume, per fare un fuoco.
Solo che non sono andato al fiume.
Sempre più gente stava dirigendosi verso il caffè. Non soltanto i piccoli delinquenti ma anche la gente normale. Nel buio invernale si affrettavano un po’ piegati in avanti, ma veloci come se qualcosa gli stava dando la caccia a uno per uno. Be’, certamente c’era qualcosa che stava dando la caccia a me. Ho annusato forte per assicurarmi che nessuno poteva sentire l’odore della carne fresca di coniglio e poi sono entrato nel caffè.
Tutti stavano guardando un concerto del Sognatore Lucido: Il Guerriero.
Ho avuto la sensazione che la gente lo stava a guardare da tutta la giornata. Sempre più persone che andavano e venivano ma anche quelli che andavano via se ne tornavano poi per vederne ancora. Io immagino che se hai la pancia vuota è un aiuto se la mente si sente bene. Il concerto stava quasi terminando quando sono entrato e la gente si stava sfregando gli occhi piangendo e appariva inebetita come si fa dopo il sogno lucido. Ho visto però subito che la dottoressa Turner aveva ragione, lei. Lì stava succedendo qualcosa d’altro.
Jack Sawicki si è messo davanti all’OLO-TV e l’ha spenta, il Sognatore Lucido sulla sua carrozzella elettrica con quel sorriso che fa sempre l’effetto di una calda luce solare, è scomparso.
— Gente di East Oleanta — ha detto Jack e poi si è fermato. Doveva essersi reso conto, lui, di suonare come un qualche politico Mulo. — Ascoltate tutti. Qui siamo in un mare di merda. Però possiamo fare delle cose, noi, per aiutare noi stessi!
— Come cosa? — ha chiesto qualcuno ma senza cattiveria. Voleva davvero saperlo. Ho cercato di vedere chi era ma la folla era troppo ammassata.
— La roba da mangiare è finita — ha detto Jack. — La ferrovia a gravità non funziona. Nessuno ad Albany risponde al terminale ufficiale. Ma noi abbiamo "noi stessi". Sono undici chilometri a Coganville. Forse loro hanno cibo. Sono sulla linea della concessionaria della ferrovia a gravità, in più sono una fermata statale, hanno due probabilità che i treni viaggiano, loro. O forse il loro congressista o il supervisore o qualcun altro ha fatto in modo che il cibo gli arrivi via aria, come il nostro, solo che le loro spedizioni non si sono bloccate. Sono in un diverso distretto congressuale. Non lo sappiamo. Potremmo però arrivare lì a piedi, qualcuno di noi, e vedere. Potremmo cercare aiuto.
— Undici chilometri sulle montagne in inverno? — ha strillato Celie Kane. — Sei pazzo, proprio come ho sempre pensato, Jack Sawicki! Abbiamo per sindaco un pazzo furioso!
Nessuno però si è messo a strillare insieme con Celie. Io sono salito in piedi su una seggiola che stava contro la parete in fondo, soltanto per vedere più chiaramente. La sensazione che hai dopo un concerto del Sognatore Lucido li riempiva ancora. O forse no. Forse il concerto era sceso "dentro" di loro, a forza di guardarlo tanto. Comunque non erano infuriati contro i politici Muli che li avevano cacciati in questo casino, eccetto Celie e pochi altri come lei. Ci sono sempre persone del genere. La maggior parte delle facce che potevo vedere, però, sembravano pensose e la gente parlava a voce bassa. Qualcosa si è mosso dentro al mio stomaco che non sapevo nemmeno che si trovava lì.
— Io ci vado — ha detto Jack. — Possiamo seguire la linea della ferrovia a gravità.
— Sarà ricoperta di neve — ha detto Paulie Cenverno. — Non è passato nessun treno da due settimane a spazzarla via.
— Prendete un’unità a energia-Y — ha detto all’improvviso la voce di una donna. — Mettetela al massimo e sciogliete quello che potete!
— Io ci vado — ha detto Jim Swikehardt.
— Se vi fate una specie di lettiga da trascinare — ha esclamato Krystal Mandor — potete portare indietro più cibo.
— Se hanno il cibo, potremmo organizzare un servizio regolare…
La gente ha cominciato a discutere ma non a litigare. Dieci uomini si sono avvicinati a Jack, più Judy Farrell che è alta un metro e ottanta e può battere Jack a braccio di ferro.