Mendicanti e superuomini - Страница 29

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Uno della coppia di narcotizzati — mi accorsi che si trattava di una ragazzina, appena superata la pubertà — si agitò a disagio e mugolò.

— Sogna — disse brevemente Carmela. — Non sappiamo che cosa. Non sappiamo chi sia. Forse una messicana, rapita o venduta sul mercato nero.

— Se pensa che la ricerca di Huevos Verdes assomigli…

— No. Lo sappiamo. Ma…

— Tutto quello su cui si effettuano ricerche e che si crea a Huevos Verdes con la nano-tecnologia è fatto soltanto con il pensiero rivolto al beneficio pubblico. "Tutto." Come il Depuratore Cellulare.

— Ci credo — disse la dottoressa Clemente-Rice. Mantenne la voce bassa e controllata: riuscivo ad avvertire quale sforzo le costasse. — Le applicazioni di Huevos Verdes sono completamente differenti. Ma la scienza di base, le scoperte rivoluzionarie, sono simili. Solo che Huevos Verdes è andato molto più avanti, molto più velocemente. Altri sarebbero tuttavia in grado di chiudere il varco se avessero a disposizione, per esempio, il Depuratore Cellulare da analizzare e studiare.

Fissai la ragazzina addormentata. Aveva le palpebre corrugate. Lo erano state anche le palpebre di mia madre, verso la fine della sua vita, quando il cancro alle ossa l’aveva ghermita.

Dissi: — Ho visto abbastanza.

— Ancora una cosa, signor Arlen. Per favore. Non glielo chiederei se non fosse davvero urgente.

Voltai la carrozzella e la esaminai. Formava nella mia mente una serie di nitidi ovali pallidi, caratterizzati dalla stessa chiara sincerità di Maleck e degli agenti dell’ECGS. Erano stati probabilmente scelti proprio per quella qualità. Mi resi quindi improvvisamente conto chi mi ricordava Carmela: Leisha Camden. Un bizzarro dolore mi trafisse, come una lancia sottilissima.

La seguii attraverso l’ultima porta del corridoio.

Non c’erano persone modificate geneticamente in quella stanza. Tre scudi massicci scintillavano dal pavimento al soffitto, quelli del tipo che riesce a trattenere qualsiasi cosa non sia nucleare. Dietro di essi cresceva dell’erba alta.

Carmela disse con un filo di voce: — Lei ha detto che Huevos Verdes lavora solamente su modificazioni genetiche e nano-tecnologie che sono destinate a un pubblico beneficio. Lo era anche questa. È stata commissionata da una nazione del Terzo Mondo che aveva tremende carestie ricorrenti. Le foglie dell’erba sono commestibili. A differenza della maggior parte delle piante, le loro pareti cellulari non sono fatte di cellulosa, ma di una sostanza artificiale che il sistema umano è in grado di convertire in monosaccaridi. L’erba è anche sorprendentemente forte, ha una crescita velocissima, si autosemina, ed è capace di recuperare nutrimento da terreni poveri e acqua da quelli aridi. Gli ingegneri che l’hanno creata hanno calcolato che potesse moltiplicare di sei volte il cibo fornito dalle attuali colture più intensive.

— Fornire cibo — ripetei io come un idiota. — Cibo…

— L’abbiamo piantata in un’ecosfera, controllata e schermata, di cinquanta acri di terreni diversi ecologicamente parlando — continuò Carmela, con le mani infilate nelle tasche del camice da laboratorio — e nel giro di tre mesi essa aveva spazzato via qualsiasi altra pianta nell’ecosfera. È così bene adattata a crescere rigogliosa che ha superato tutti i concorrenti. Gli umani e alcuni mammiferi sono in grado di digerirla, altri animali no. Gli altri vegetariani sono morti tutti, inclusi così tanti insetti larvali che la popolazione di insetti è sparita. Le popolazioni di anfibi, rettili e uccelli sono svanite con essi, quindi i mammiferi carnivori. I nostri computer calcolano che, date le giuste condizioni di vento, a questa erba occorrerebbero circa diciotto mesi per restare l’unica cosa vivente sulla faccia della terra, inclusi o esclusi pochi alberi immensi con un sistema di radici così esteso che non permetterebbe loro di morire facilmente.

L’erba frusciava dolcemente dietro il suo triplo scudo. Avvertii qualcosa alle mie spalle. Le mani di Carmela. Voltò la mia carrozzella perché la guardassi in volto, quindi sollevò immediatamente le mani.

— Vede, signor Arlen, non pensiamo che Huevos Verdes sia malvagio. Niente affatto. Sappiamo che la signorina Sharifi e i suoi amici Super-Insonni non credono solamente nel bene della loro ricerca, ma nel bene per il resto di tutti noi. Sappiamo che lei crede che gli Stati Uniti, per come sono definiti dalla Costituzione, siano il migliore organismo politico in un mondo imperfetto. Esattamente come Leisha Camden prima di lei. Sono sempre stata una grande ammiratrice della signorina Camden. La Costituzione, però, funziona perché ci sono moltissimi controlli ed equilibri per limitare il potere.

Si passò la lingua sulle labbra. Non era un gesto civettuolo: era così mortalmente seria che riuscivo a sentire il suo intero corpo asciugarsi e tendersi nello sforzo.

— Controlli ed equilibri per limitare il potere. Già. Ma "non" ci sono controlli su Huevos Verdes. Nessun limite. Nessun equilibrio, perché il resto di noi non può semplicemente fare ciò che sanno fare i Super-Insonni. A meno che non lo facciano prima loro. Allora qualcuno di noi potrebbe copiare delle loro tecniche, forse, e adattarle. Alcuni di noi come le persone che lavoravano qui.

Non dissi nulla. La mortale erba carica di nutrimento frusciava.

— Non so che cosa lei stia pensando, signor Arlen. E non posso dirle io cosa pensare. Ma io… noi volevamo soltanto che lei vedesse tutti i lati della situazione, con la speranza che lei ripensasse a ciò che aveva visto e ne parlasse con Huevos Verdes. Tutto qui. Gli agenti la riporteranno a Seattle, adesso.

Le chiesi: — Che cosa succederà a questa erba?

— La distruggeremo con le radiazioni. Domani. Non verrà lasciato nemmeno un filo di DNA e neanche una traccia della documentazione relativa. È esistita così a lungo solo perché potessimo mostrarla alla signorina Sharifi o, fallendo, a lei.

Mi accompagnò nuovamente all’ascensore e io guardai il suo corpo, teso per l’infelicità e la speranza, camminare con grazia fra le strette pareti bianche.

Appena prima che si aprisse la porta dell’ascensore le dissi, o forse lo dissi a tutti e tre: — Non potete bloccare il progresso tecnologico. Lo potete rallentare, ma verrà fuori comunque.

Carmela Clemente-Rice disse: — Soltanto due bombe nucleari sono state lanciate sulla Terra come atto di aggressione in tempo di guerra. La scienza c’era ma le applicazioni sono rimaste inutilizzate. Tramite cooperazione o limitazione dovute alla paura o alla forza le applicazioni sono state fermate. — Mi tese la mano. Era umida e appiccicosa ma qualcosa di elettrico scorse dal suo tocco al mio. Gli occhi azzurro mare mi supplicarono.

Come se io avessi un reale potere su ciò che veniva fatto a Huevos Verdes.

— Addio, signor Arlen.

— Addio, dottoressa Clemente-Rice.

Gli agenti mantennero la parola e mi riportarono nella mia stanza d’albergo a Seattle. Mi sedetti per vedere chi sarebbe arrivato da Huevos Verdes e quanto ci avrebbe messo.

Fu Jonathan Markowitz, alle cinque del mattino. Avevo dormito solo tre ore. Jonathan era perfetto. Il suo tono di voce era educato e interessato. Mi chiese cosa avessi visto e io glielo descrissi. Mi pose moltissime altre domande: avevo avvertito cambiamenti di temperatura, anche lievi, in un qualsiasi punto del corridoio? Avevo sentito un odore simile a quello della cannella? La luce aveva una sfumatura verdastra? Qualcuno mi aveva mai toccato? Non discusse contro ciò che la dottoressa Carmela Clemente-Rice mi aveva detto. Mi trattò come un membro della squadra la cui lealtà era fuori dubbio, ma che poteva essere stato manipolato in modi che non potevo nemmeno capire. Lui era perfetto.

Durante tutta la discussione riuscii a percepire le forme che creava nella mia mente e un’immagine: un uomo che sollevava rocce pesantissime, rocce prive di coscienza e di un grigio smorto.

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