Mendicanti di Spagna - Страница 47

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— Obiezione! L’imputato è qui accusato dopo che un gran giurì ha considerato le prove a suo carico!

Tutti fissarono Hossack, Leisha vide il momento in cui lui si rese conto di essere caduto nel gioco di Sandaleros. Indipendentemente da quello che dicevano le prove, tutti nell’aula sapevano che Jennifer Sharifi era stata rinviata a giudizio da ventitré Dormienti presso il gran giurì perché era Insonne. La paura, non le prove, l’aveva rinviata a giudizio. Negandolo, Hossack stesso finiva con l’apparire disonesto oppure stupido: un uomo che non era in grado di guardare in faccia l’orribile realtà. Un uomo delle cui affermazioni bisognava dubitare.

Leisha si accorse che Hossack aveva appena visto usare contro di sé il suo stesso senso della giustizia e dell’onestà in modo da farlo apparire un asino ipocrita.

Jennifer Sharifi non si mosse mai.

I primi testimoni furono le persone che si erano trovate sul luogo della morte di Timothy Herlinger. Hossack fece sfilare una gran varietà di poliziotti della Stradale, pedoni e il guidatore dell’auto, una donna sottile che riuscì a mala pena a trattenersi dal piangere. Tramite loro, Hossack stabilì che Herlinger aveva superato il limite di velocità, aveva eseguito una secca svolta a sinistra e, come la maggior parte dei guidatori di scooter, aveva probabilmente confidato nello scudo deflettore automatico a energia-Y per mantenersi ai trenta centimetri standard da qualsiasi cosa si trovasse a venire dall’altra parte. Invece, si era andato a schiantare diritto filato nel fianco dell’auto guidata dalla signora Stacy Hillman, che aveva già cominciato ad avanzare, essendo cambiato il senso del traffico. Herlinger non portava mai il casco: i deflettori rendevano superflui i caschi. Era morto all’istante.

Il robot della pattuglia della Polizia stradale aveva effettuato un controllo approssimativo dello scooter e aveva scoperto il deflettore rotto o meglio, visto che i deflettori non si rompevano mai e una tale possibilità non era contemplata nella sua programmazione, esso aveva indicato lo scooter come correttamente funzionante. Ciò era talmente in contrasto con quanto riportato dai testimoni, che un poliziotto era montato con estrema cautela sullo scooter, lo aveva provato e aveva scoperto personalmente la rottura. Lo scooter era stato inviato alla Scientifica, reparto energetico, per una analisi approfondita.

Ellen Kassabian, capo della Scientifica, era un donnone con il lento e misurato modo di parlare che le giurie trovavano autoritario ma che, Leisha lo sapeva bene, poteva nascondere una cocciuta inflessibilità. Hossack la interrogò a fondo sullo scooter.

— Qual era specificamente la natura della manomissione?

— Lo schermo era settato per rompersi al primo impatto che fosse avvenuto a una velocità superiore ai venti chilometri orari.

— È una manomissione di facile realizzazione?

— No. Al cono dell’energia-Y è stato collegato un dispositivo che provocasse la rottura. — Descrisse il dispositivo, divenendo presto incomprensibilmente tecnica. Indipendentemente da tutto, però, la giuria la ascoltò attentamente.

— Aveva mai visto un simile dispositivo prima?

— No. Per quanto ne so io si tratta di una nuova invenzione.

— E allora come fa lei a sapere che agisce come ci ha appena detto?

— Lo abbiamo testato approfonditamente.

— Sarebbe in grado adesso, come risultato dei test effettuati, di duplicare il dispositivo?

— No. Oh, ma sono certa che qualcuno riuscirebbe a farlo. Ma è complicato. Lo abbiamo fatto vedere dagli specialisti del Dipartimento della difesa…

— Li chiameremo come testimoni.

— …e hanno detto — continuò la Kassabian, inarrestabile — che implicava l’impiego di una nuova tecnologia.

— Quindi un’intelligenza molto sofisticata, addirittura insolita, sarebbe stata necessaria per architettare questo sabotaggio?

— Obiezione — disse Sandaleros. — Alla teste è stata chiesta un’opinione personale.

Hossack replicò: — La sua opinione professionale è decisamente all’interno del campo attribuitole dalle sue credenziali.

— Proceda — disse il giudice.

Hossack ripeté la domanda. — Quindi un’intelligenza molto sofisticata, addirittura insolita, sarebbe stata necessaria per effettuare il sabotaggio?

— Sì — rispose la Kassabian.

— Una persona o un gruppo di persone estremamente insolite.

— Sì.

Hossack lasciò che la risposta indugiasse nell’aria mentre esaminava i propri appunti. Leisha notò come gli sguardi dei giurati andavano a scandagliare l’aula in cerca degli Insonni, un intelligente e insolito gruppo di persone.

Hossack riprese: — Adesso prendiamo in esame la terza impronta di retina registrata sullo scanner la mattina della morte del dottor Herlinger. Come fate a essere tanto sicuri che si tratti di una donna adulta e Insonne?

— Le impronte della retina sono analisi del tessuto. Come tutti i tessuti, essa degrada con l’età. Esistono quelli che noi chiamiamo punti "confusi" in cui le cellule sono rotte e non si sono rigenerate, si tratta di tessuti nervosi, badate bene, oppure sono malformate. Il tessuto degli Insonni non reagisce in questo modo. Esso si rigenera, non si sa come… — Leisha notò la doppia valenza del termine "non si sa come", l’amara malinconia che aveva udito per la prima volta ventun anni addietro da Susan Melling — e le analisi della retina sono molto caratteristiche. Nitide. Nessun tipo di confusione. Quanto più anziano è il soggetto tanto più sicuramente riusciamo a identificare un’impronta di Insonne. Con i bambini piccoli a volte è difficile stabilire la differenza, perfino per un computer. Ma, in questo caso, si trattava di una donna adulta Insonne.

— Capisco. E non corrisponde ad alcuna Insonne conosciuta?

— No. L’impronta non è schedata.

— Può spiegare qualcosa alla corte, signora Kassabian? Quando l’imputata, Jennifer Sharifi è stata arrestata, è stata presa l’impronta della sua retina?

— Sì.

— E corrisponde con la scansione rilevata sullo scooter del dottor Herlinger?

— No.

— Non è assolutamente possibile che la signora Sharifi abbia manomesso personalmente quello scooter?

— No — ripeté la Kassabian, permettendo così all’accusa di mettere alla luce il punto in questione, prima che la difesa potesse farne un uso ben più teatrale.

— L’impronta corrisponde a quella di Leisha Camden, che si era trovata nello stesso edificio con il dottor Herlinger appena prima della sua morte?

— No.

Tutti gli sguardi si puntarono su Leisha.

— Però è stata un’Insonne quella che si è chinata vicino allo scanner, l’ultima persona a farlo, in un istante qualsiasi fra il momento in cui Herlinger lasciò casa sua quella mattina e il momento in cui morì alle nove e trentadue. Una Insonne che, di conseguenza, ha manomesso lo scooter.

— Obiezione — gridò Sandaleros. — Si tratta di una congettura proposta al testimone.

— Ritiro la domanda — disse Hossack. Restò zitto per qualche istante, attirando ancora una volta su di sé tutti gli occhi con il profondo e teso spessore del suo silenzio. Ripeté quindi lentamente: — Un’impronta di Insonne. Un Insonne. - E solo allora: — Non ho nulla da aggiungere.

Sandaleros fu feroce riguardo all’impronta della retina. La sconcertata modestia del suo discorso di apertura era del tutto svanita. — Signora Kassabian, quante impronte di retina di Insonni sono schedate nella rete di applicazione legale degli Stati Uniti?

— Centotrentatré.

— Soltanto centotrentatré? Su una popolazione di Insonni che supera le ventimila unità?

— Esatto — disse la Kassabian e, dal leggero spostamento del peso sul banco dei testimoni, Leisha dedusse, per la prima volta, che Ellen Kassabian disprezzava gli Insonni.

— Mi sembra un numero davvero ridotto — si stupì Sandaleros. — Mi dica, in quali circostanze l’impronta della retina di un individuo viene immessa nei file di schedatura legale?

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