Mendicanti di Spagna - Страница 20
Ma non tutte. Da ultimo, Jennifer mostrò loro i progetti per la difesa fisica. Per la prima volta, il suo corpo teso sembrò rilassarsi leggermente.
Era stato compiuto ogni sforzo per bloccare gli aggressori senza far loro del male. Un sistema di sorveglianza elettronica circondava integralmente i duecento chilometri quadrati che Jennifer aveva acquistato. Alcune contee erano più piccole di così, pensò Leisha, abbacinata. Se infranto, si attivava un campo di forza settecento metri all’interno della cancellata a energia, colpendo con scosse elettriche chiunque si fosse trovato a piedi. — Ma soltanto all’esterno del campo. Non vogliamo che alcuno dei nostri piccoli venga ferito — disse Jennifer. Un’irruzione effettuata da veicoli privi di uomini a bordo o da robot sarebbe stata identificata da un sistema che localizzava qualsiasi oggetto mobile in metallo, superiore a una certa massa, che si fosse spostato all’interno del Rifugio. Qualsiasi oggetto metallico semovibile che non fosse dotato di uno speciale dispositivo di segnalazione progettato da Donald Pospula, un Insonne che aveva brevettato importanti componenti elettronici, risultava sospetto.
— Ovviamente, non siamo equipaggiati contro un attacco aereo o contro un assalto armato diretto — dis se Jennifer. — Ma non ce ne aspettiamo: ci attendiamo soltanto persone cariche di odio automotivato.
Leisha toccò con un dito la copia cartacea degli impianti di sicurezza. La preoccupavano. — Se non possiamo integrarci nel mondo… Libero scambio dovrebbe implicare libero movimento.
Jennifer ribatté rapidamente: — Solo se il libero movimento implica libere menti. — E, a causa del suo tono, Leisha sollevò lo sguardo. — Ho qualcosa da dirti, Leisha.
— Cosa?
— Tony non è qui.
— E dov’è?
— Nella prigione della contea di Cattaraugus, a Conewango. È vero che ci stiamo scontrando con la lottizzazione del piano regolatore riguardo al Rifugio!Piano regolatore! In questo posto isolato! Ma c’è dell’altro, una cosa che è accaduta questa mattina Tony è stato arrestato per il rapimento di Timmy De Marzo.
La stanza si offuscò. — FBI!
— Sì.
— Come… come hanno fatto a scoprirlo?
— Qualche agente è riuscito, alla fine, a risolvere il caso. Non ci hanno detto come. Tony ha bisogno di un avvocato, Leisha. Bill Thaine si è già dichiarato disponibile, ma Tony vuole te.
— Jennifer, non darò gli esami per la libera professione che a luglio!
— Lui dice che aspetterà. Nel frattempo, sarà Bill ad agire in qualità di suo legale. Passerai l’esame?
— Certamente. Ma ho già un lavoro in attesa con Morehouse, Kennedy Anderson a New York… — Si interruppe. Richard la stava fissando con espressione dura, Jennifer imperscrutabile. Leisha disse pacatamente: — Come si dichiarerà?
— Colpevole — rispose Jennifer. — Con… come si dice legalmente? Circostanze attenuanti.
Leisha annuì. Aveva temuto che Tony si fosse voluto dichiarare innocente: altre bugie, sotterfugi, orride linee di condotta. La sua mente ripassò velocemente circostanze attenuanti, precedenti, sentenze precedenti. Avrebbero potuto usare Clements contro Voy.
— Adesso Bill è da lui, in prigione — disse Jennifer. — Vuoi che ti ci porti io? — Formulò la domanda come una sfida.
— Sì — rispose Leisha.
A Conewango, sede della contea, non fu loro concesso di vedere Tony. William Thaine, in qualità di suo avvocato, poteva entrare e uscire liberamente. Leisha, non ancora ufficialmente avvocato, non poteva andare da nessuna parte. Questo venne comunicato loro da un uomo che si trovava nell’ufficio del Procuratore distrettuale, il cui volto rimase immobile mentre parlava e che sputò a terra, dietro alle loro spalle, quando si voltarono per andarsene, anche se questo lo lasciò con un bello sputo sul pavimento del tribunale.
Richard e Leisha ritornarono all’aeroporto con l’automobile noleggiata per prendere il volo per Boston. Durante il tragitto, Richard disse a Leisha che sarebbe partito. Si sarebbe trasferito al Rifugio, subito, prima ancora che fosse del tutto in funzione, per dare una mano nella progettazione e nella costruzione degli edifici.
Leisha passò la maggior parte del tempo nell’appartamento in città, studiando ferocemente per gli esami di abilitazione o controllando i bambini Insonni tramite la rete del Gruppo. Non aveva assunto una nuova guardia del corpo per sostituire Bruce, il che la rendeva riluttante a uscire spesso: la riluttanza, a sua volta, la faceva infuriare con se stessa. Una o due volte al giorno analizzava gli stralci sulle notizie elettroniche di Kevin.
C’erano segni di speranza. Il "New York Times" pubblicò un editoriale, che ebbe ampia risonanza nel servizio di informazioni elettroniche:
Gli Stati Uniti non sono mai stati un paese che stima molto la calma, la logica e la razionalità. Abbiamo, in quanto popolo, la tendenza a etichettare queste cose come "fredde". Abbiamo, in quanto popolo, la tendenza ad ammirare sentimenti e azione: esaltiamo nelle nostre storie e nei nostri memoriali non tanto la creazione della Costituzione, quanto la sua difesa a Iwo Jima; non le realizzazioni intellettuali di un Linus Pauling ma la passione eroica di un Charles Lindbergh; non gli inventori delle monorotaie e dei computer che ci uniscono ma i compositori dei violenti canti di ribellione che ci dividono.
Un aspetto peculiare di questo fenomeno è che esso diventa più forte nei periodi di prosperità. Quanto meglio stanno i nostri concittadini, tanto più grande si fa il loro disprezzo per il calmo ragionamento che li ha portati fin lì e più appassionato il loro indulgere nelle emozioni. Considerate, nel secolo scorso, gli eccessi goderecci dei ruggenti anni Venti e lo sdegno contro la classe dirigente degli anni Sessanta. Considerate, nel nostro secolo, la prosperità senza precedenti fornitaci dall’energia-Y… e poi considerate che Kenzo Yagai, se si eccettuano i suoi seguaci, è stato visto come un avido e insensibile logico, mentre la nostra adulazione nazionale va allo scrittore neonichilista Stephen Castelli, all’attrice "sentimentale" Brenda Foss e al temerario tuffatore nel condotto a gravità Jim Morse Luter.
Ma soprattutto, mentre riflettete su questo fenomeno nelle vostre case a energia-Y, considerate l’attuale ondata di sentimenti irrazionali diretta contro gli "Insonni" dal momento della pubblicazione delle scoperte realizzate in collaborazione dall’Istituto Biotech e dalla Medical School di Chicago riguardanti la rigenerazione dei tessuti negli Insonni.
La maggior parte degli Insonni è intelligente. La maggior parte di essi è calma, se con quella parola molto bistrattata si definisce il dirigere le proprie energie sulla risoluzione dei problemi, piuttosto che sul reagire in modo eccessivamente emotivo rispetto agli stessi problemi. Perfino la vincitrice del premio Pulitzer, Carolyn Rizzolo, ci ha donato una sbalorditiva opera di idee, non di passionalità sanguinaria. Tutti loro mostrano un’inclinazione naturale verso le conquiste, un’inclinazione dovuta all’incontestabile spinta fornita dal terzo di tempo in più, durante le loro giornate, per poter conquistare. Le loro realizzazioni vengono effettuate, nella maggior parte dei casi, nei campi di tipo logico piuttosto che in quelli di tipo emotivo: computer, legge, finanza, fisica, ricerca medica. Sono razionali, metodici, calmi, intelligenti, allegri, giovanili e, potenzialmente, molto longevi.
E nei nostri Stati Uniti che godono di una prosperità senza precedenti sono sempre più odiati.
L’odio che abbiamo visto fiorire così ampiamente nel corso degli ultimi pochi mesi proviene realmente, come molti sostengono, "dall’ingiusto vantaggio" che hanno gli Insonni rispetto al resto di noi nell’assicurarsi posti di lavoro, promozioni, soldi e successo? Si tratta davvero di invidia per la fortuna degli Insonni? O si tratta piuttosto di qualcosa di più pernicioso, radicato nella nostra tradizione di azione americana stile colpo-in-canna: odio del logico, del tranquillo, del riflessivo? Odio, di fatto, della mente superiore?